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venerdì 8 marzo 2013

Lino Banfi

Lino Banfi

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Lino Banfi al Giffoni Film Festival nel 2007.
Lino Banfi, nome d'arte di Pasquale Zagaria (Andria, 9 luglio 1936), è un attore, comico, conduttore televisivo, scrittore, cantante, sceneggiatore, doppiatore ed è ambasciatore dell'UNICEF italiano[1]. Reso popolare per la sua parlata con forte accento meridionale e pugliese, sua terra d'origine, è tra gli attori italiani di commedia leggera più caratteristici e distintivi del dopoguerra.
Durante la sua lunga carriera ha mostrato grande versatilità come attore, recitando sia in ruoli comici che drammatici. Ed ha lavorato con grandi registi del cinema italiano tra cui: Luciano Salce, Fernando Di Leo, Nanny Loy, Steno, Dino Risi.
Lino Banfi, insieme a Lando Buzzanca, Renzo Montagnani, Mario Carotenuto, Carlo Giuffrè, Gianfranco D'Angelo, Aldo Maccione, Alvaro Vitali e Renato Pozzetto, rappresenta uno dei mostri sacri delle commedia sexy degli anni settanta e della prima metà degli anni ottanta, che furono criticate a quel tempo per le scene di nudo e per i linguaggi volgari, ma che sono state rivalutate molto positivamente negli ultimi anni[senza fonte] poiché considerate una riuscita analisi critica dei difetti della società italiana.
Negli anni ottanta raggiunse il picco della sua popolarità con pellicole che lo videro come protagonista (o almeno come deuteragonista) come Cornetti alla crema, L'allenatore nel pallone, Vieni avanti cretino, Fracchia la Belva Umana, Il commissario Lo Gatto e Occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio, popolarità che ha trovato nuova linfa con la fortunata interpretazione di nonno Libero nella serie Un medico in famiglia e con altre fiction di successo, che lo hanno portato al ritorno sul grande schermo nel 2008.
Lino Banfi è sposato con Lucia dal 1962 e ha due figli, Walter e Rosanna, quest'ultima anch'essa attrice che ha goduto di una certa popolarità recitando quasi sempre insieme con il padre. Ha quattro nipoti.

Indice

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Carriera [modifica]

Gli inizi [modifica]

La prima apparizione televisiva di Lino Banfi a "Biblioteca di Studio Uno", con Memmo Carotenuto nel 1964.
Nato ad Andria il 9 luglio 1936, ma iscritto all'anagrafe soltanto l'11[1], all'età di tre anni si trasferì a Canosa di Puglia, dove ha trascorso l'infanzia e l'adolescenza fino alla maggior età. Questi due comuni, che negli anni 2000 sono confluiti nella Provincia di Barletta-Andria-Trani, afferivano entrambi alla provincia di Bari. Banfi pur essendo nato il 9, da sempre festeggia il suo compleanno l'11.
La sua famiglia cattolica lo aveva spinto a provare l'esperienza del seminario, ma lui si sentiva portato nel fare spettacolo ed esordì come cantante nelle feste musicali della sua cittadina.
A diciotto anni, nel 1954, in pieno periodo del dopoguerra e soprattutto delle migrazioni interne verso il triangolo industriale (Milano, Torino e Genova), emigrò a Milano per tentare l'avventura nel teatro di varietà.
Lino Banfi nel 1968.
Proprio qui, dopo essere entrato nella compagnia di Arturo Vetrani, cominciò il suo percorso di comico, portando in scena elementi tipici del suo paese: detti, modi di dire, giochi. Come continuerà a fare nel seguito della sua carriera, egli affidò le risorse della sua comicità irruente e immediata al suo dialetto canosino, oltre che alla sua parlata buffa e originale.
Scelse come primo pseudonimo Lino Zaga, dalle abbreviazioni del nome (da Pasqualino) e del cognome, ma fu spinto a cambiare quel cognome su consiglio di Totò, che a suo giudizio riteneva che nel mondo dello spettacolo portasse fortuna accorciare i nomi, ma portasse invece sfortuna accorciare i cognomi[2]. Fu il suo impresario, marito di Maresa Horn, a scegliere il cognome Banfi. Essendo questi anche maestro elementare, prese il primo nominativo a caso dal registro di classe dei suoi alunni di quinta, Aureliano Banfi: da notare che si tratta di un cognome tipicamente milanese e rarissimo in Puglia, tanto da risultare, per ironia della sorte, in contrasto con la vistosa connotazione regionalistica di quasi tutti i personaggi interpretati dall'attore. Successivamente si trasferì a Roma dove ebbe le prime apparizioni di un certo rilievo: la prima è in Biblioteca di Studio Uno, programma di Antonello Falqui del 1964, dove Banfi interpretò la parte del valletto del Duca di Buckingham (Memmo Carotenuto), recitando alcune battute con l'accento pugliese.
Negli anni seguenti ottenne i primi successi esordendo in TV su Rai 2 nel 1969 a Speciale per voi[2] di Renzo Arbore e con il cabaret al Sancarlino insieme con Carletto Sposito e Anna Mazzamauro nel 1972, continuando poi con Enrico Montesano e Lando Fiorini. L'incontro con Franco Franchi e Ciccio Ingrassia fu determinante per la sua affermazione artistica.

Protagonista della commedia sexy all'italiana [modifica]

La sua simpatia colpì anche i produttori cinematografici, che lo scritturarono per diverse commedie accanto a Franco e Ciccio, come ad esempio ne L'esorciccio (1975) che, scritto diretto e interpretato dal solo Ciccio Ingrassia con un minimo budget, è considerato un cult per gli amanti di quel tipo di cinema[senza fonte].
Nello stesso anno esordì in televisione nella trasmissione Senza Rete con Alberto Lupo. Fu quindi protagonista di molti varietà, tra i quali Arrivano i mostri del 1977.
Banfi in una famosa scena del film Occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio (1983)
In questo decennio (1974 - 1983) divenne un emblema della commedia sexy all'italiana, trovandosi spesso a recitare al fianco di altri esponenti del genere come Mario Carotenuto, Gianfranco D'Angelo, Alvaro Vitali, Renzo Montagnani, Edwige Fenech, Gloria Guida, Ennio Antonelli, Jimmy il Fenomeno e Nadia Cassini in pellicole quali La liceale seduce i professori, L'onorevole con l'amante sotto il letto, La moglie in bianco... l'amante al pepe, L'infermiera di notte e L'insegnante va in collegio.
Tra le sue migliori interpretazioni sono da considerare Cornetti alla crema (1981), in cui Banfi si trova suo malgrado a dover gestire moglie e amante in due appartamenti a una sola rampa di scale di distanza, compiendo incredibili peripezie, Vieni avanti cretino (1982), film diretto da Luciano Salce, nel quale Banfi si produce in esilaranti scenette tipiche dell'avanspettacolo (ad esempio la famosa canzone anglo-iberico-pugliese Filomeña o la scena degli schiaffi col prete pugliese davanti al colosseo, con sottotitoli in arabo), L'allenatore nel pallone (1984) di Sergio Martino, ove interpreta uno dei più famosi suoi personaggi, l'allenatore calcistico Oronzo Canà e Il commissario Lo Gatto (1986) di Dino Risi.
Altra pellicola cult della sua filmografia è Occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio, film in due episodi incentrato sul tema dell'occulto (dell'altro episodio è protagonista Johnny Dorelli).
Nel 1990 doppia il bambino Eddie nel film Senti chi parla 2.

La svolta in televisione [modifica]

Lino Banfi con la figlia Rosanna a Canosa di Puglia
Rientrato in RAI dopo una breve parentesi a Canale 5, in cui nel 1984 e nel 1985 co-conduce e partecipa a Risatissima[2] e alla 500ª puntata de Il pranzo è servito gareggiando con Raimondo Vianello, gli venne affidata la conduzione di Domenica in (1987-88), Stasera Lino (1989) e Aspettando Sanremo (1990), in cui emersero le sue doti di intrattenitore e di attore misurato ed equilibrato.
Al periodo televisivo è seguita una sua breve ma intensa parentesi teatrale con la sua interpretazione nel Vespro della Beata Vergine (1995) di Antonio Tarantino e diretto da Chérif. Nel 1997 ha interpretato il suo primo ruolo drammatico da protagonista nel film per la televisione Nuda proprietà, assieme agli attori Annie Girardot, Alessandro Gassman e Charlotte Kady.
Banfi quindi ha mostrato ulteriormente doti di attore non comico. Dal 1998 ottiene un grande successo nella fiction Un medico in famiglia, (dove non è stato presente solo nella settima stagione), in cui interpreta il ruolo di Libero Martini, un nonno completamente diverso dai personaggi bizzarri interpretati negli anni settanta e ottanta.
Grazie proprio a questo ruolo, Banfi nel 2001 viene nominato ambasciatore dell'UNICEF e nello stesso periodo prende parte a numerose fiction tra le quali Un difetto di famiglia (2002, dove affronta per la prima volta il tema dell'omosessualità) e Un posto tranquillo (2003), recitando in entrambe al fianco di Nino Manfredi.
Lino Banfi con Massimo Boldi, Edwige Fenech, Lino Toffolo, Carmen Russo e Celeste Johnson nella seconda edizione di Risatissima.
Nel 2003 ha ricevuto il Telegatto alla carriera, e l'anno successivo ha girato per la RAI la fiction Raccontami una storia.
Nel 2005 ha interpretato il ruolo di Babbo Natale nella fiction per Canale 5 Il mio amico Babbo Natale, prodotta da Pietro Valsecchi e che ha visto recitare anche Gerry Scotti e Vittoria Belvedere. L'anno dopo ne ha girato il seguito, con Gerry Scotti, Micaela Ramazzotti e Sergio Graziani nel ruolo del Decano.
Sempre del 2006 è la fiction Rai Il padre delle spose in cui interpreta il padre di una lesbica (la figlia Rosanna) che si sposerà in Spagna con una compagna indigena madre di una bambina, e tornerà poi in Italia: nel cast anche i pugliesi Gianni Ciardo e Antonio Stornaiolo, Cosimo Cinieri e Lucia Poli. La scelta della dirigenza Rai di far interpretare da un così noto attore italiano, amato soprattutto dalle famiglie e dai giovani, un'altra fiction sul tema dell'amore omosessuale, nonché di trasmetterla sulla rete ammiraglia, ha scatenato polemiche da parte di numerose associazioni, Moige in testa. Raiuno ha deciso comunque di mandare in onda la contestatissima fiction, sollevando un vespaio di polemiche, a novembre 2006, conseguendo 7 milioni di ascolti.
Banfi è stato ospite, in qualità di Oronzo Canà, del programma televisivo di Italia 1 Guida al campionato condotto da Mino Taveri per tutto il mese di dicembre 2007 al fine di promuovere il sequel de L'allenatore nel pallone.
Nel 2009 ha interpretato Antonio nella miniserie TV in due puntate per Rai 1 Scusate il disturbo, diretta da Luca Manfredi, affiancato da Lino Toffolo.
Nel 2010 ha interpretato Franco nella miniserie TV in due puntate per Rai 1 Tutti i padri di Maria, diretta da Luca Manfredi, affiancato da Lino Toffolo e dalla cantante Orietta Berti.
Nel 2011 ritorna a lavorare per Mediaset, infatti ha interpretato il commissario Pasquale Zagaria nella miniserie in due puntate per Canale 5 Il commissario Zagaria. Con Banfi torna a lavorare Sandro Ghiani nel ruolo famoso di De Simone, colui a cui funzionava tutto all'inverso di Banfi a cui non funzionava niente. Già visto, nel medesimo ruolo, nel film Fracchia la belva umana.

Il ritorno al cinema [modifica]

Lino Banfi nel corso di una conferenza stampa a Roma nel 2006.
A gennaio 2008, a distanza di 24 anni dall'uscita nelle sale dell'Allenatore nel pallone, e dopo una lontananza dal cinema durata 20 anni, Banfi ha rivestito i panni del celeberrimo Oronzo Canà nel sequel intitolato L'allenatore nel pallone 2. L'episodio, ambientato in pieno scandalo Calciopoli, vede oltre all'ingresso di Anna Falchi, la conferma dietro la macchina da presa del regista di allora Sergio Martino e la presenza di quasi tutto l'intero cast, tra cui quella di Andrea Roncato.
Nel 2008 è seguita la partecipazione al film di Carlo Vanzina Un'estate al mare, uscito nelle sale cinematografiche il 27 giugno.
Il 2009 ha segnato il suo ritorno in Puglia, a Gravina da attore. Ha interpretato il film Indovina chi sposa mia figlia!, nel quale ha recitato in tedesco, leggendo i copioni per la sua non conoscenza della lingua[3].
Il 30 marzo 2012 è uscito nelle sale cinematografiche, Buona giornata per la regia di Carlo Vanzina dove Lino Banfi interpreta il Senatore Leonardo Lo Bianco, nel cast ci sono anche Diego Abatantuono, Teresa Mannino, Maurizio Mattioli, Vincenzo Salemme e Christian De Sica.[4]

La critica [modifica]

Negli anni settanta e ottanta Banfi veniva considerato poco più che un caratterista, seppur di alto livello e di molta fama. Più avanti però si è ritenuto di avvicinare Banfi alla caratura di attore o, meglio, artista della commedia, poiché, a tutti gli effetti, egli ha inventato di sana pianta un genere, un personaggio, dei modi e una intera situazione socio-culturale tipica di una grossa fetta d'Italia, in maniera molto simile a quello che fece Alberto Sordi negli anni cinquanta e sessanta.
Oltre ad avere una presenza scenica difficilmente contenibile e difficilmente malleabile, Banfi aveva necessità anche di soggetti ideati sul suo tipo fisico e sulla sua origine meridionale, e anche qui si evidenziano le similarità con Sordi, alle quali va sommata la caratteristica propria anche dei film di Totò, i quali venivano disegnati sul personaggio, poiché essi non potevano essere prestati a soggetti pensati per altri attori.
Pur riducendo, così, il numero di possibilità lavorative, fece sì che il caratterismo di Banfi emergesse in misura sensibilmente maggiore rispetto ai suoi pari e comprimari contemporanei. Non c'è paragone, oggi, nel successo e nella riconoscibilità di Banfi rispetto ad altri attori di quel genere e di quell'epoca, quali Lando Buzzanca, Renzo Montagnani, Mario Carotenuto, Gianfranco D'Angelo, Aldo Maccione, Alvaro Vitali.

Premi e Riconoscimenti [modifica]

Onorificenze [modifica]

Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana - nastrino per uniforme ordinariaCavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana
«Su proposta della Presidenza del Consiglio dei Ministri»
Roma, 27 dicembre 1998[5]
Grande Ufficiale dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana - nastrino per uniforme ordinariaGrande Ufficiale dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana
«Su proposta della Presidenza del Consiglio dei Ministri»
Roma, 2 giugno 1994[5]
Laurea Honoris Causa ad Honorem in Scienze della comunicazione - nastrino per uniforme ordinariaLaurea Honoris Causa ad Honorem in Scienze della comunicazione
Università Sancti Cyrilli di Malta - 15 dicembre 2008[6]

Riconoscimenti [modifica]

Di seguito solo elencati i principali riconoscimenti ottenuti da Banfi:

Filmografia [modifica]

Cinema [modifica]

Televisione [modifica]

Sceneggiatore [modifica]

Doppiaggio [modifica]

Varietà televisivi [modifica]

Bibliografia [modifica]

Discografia parziale [modifica]

Lino Banfi
Lino Banfi nel film L'allenatore nel pallone
Lino Banfi nel film L'allenatore nel pallone
NazionalitàBandiera dell'Italia Italia
GenereMusica leggera
Periodo di attività19602008
StrumentoVoce
EtichettaRi-Fi, Ariston Records, Cinevox, Five Record

Singoli [modifica]

Partecipazioni [modifica]

Curiosità [modifica]

  • Nella notte del 18 gennaio 2010, sul web, è circolata la falsa notizia della morte di Lino Banfi.
    L'indomani Banfi ha dichiarato alla stampa, scherzando: "Ero morto e sono resuscitato! Sono vivo e vegeto e mentre rispondo ai giornalisti francamente faccio gesti scaramantici e quasi quasi mi gioco i numeri al lotto. Se è vero che queste bufale allungano la vita allora c'è speranza; mi ero prefisso di vivere fino a 84, 85 anni, ora ne ho un po' di più davanti!".[7]
  • Secondo alcune fonti sarebbe di Banfi la voce che ripete il tormentone "nuntereggae più" nell'omonima canzone di Rino Gaetano del 1978.[8]
  • Durante la trasmissione Niente di personale del 13 marzo 2011, rivela di aver rifiutato, con grande dispiacere, la parte di Franco Mattioli offertagli da Pupi Avati per il film Regalo di Natale; il ruolo alla fine fu interpretato da Diego Abatantuono.
  • Nel 2011 gli è stato assegnato il Gay Village Award per la fiction Il padre delle spose[9][10], che ritira al Gay Village di Roma in compagnia della figlia Rosanna.
  • È tifoso dell'AS Roma.
  • Si dichiara di centro-destra. Inoltre ad una puntata di Robinson ha dichiarato di essere da molti anni molto amico di Silvio Berlusconi e di esserlo andato a trovare dopo l'aggressione da parte di Massimo Tartaglia in Piazza del Duomo a Mil

2 commenti:

  1. ciao!!!!!!!!!!!! bellissimo post come sempre...=)ti vorrei kiedere se avevi visto un recente film di nome "War Horse"?

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  2. Ciao! no, ancora non ho visto quel film, ma spero di vederlo presto!!! Ciao!

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